Descrizione
Ratto figlio di molte Ricette in Pasticceria e del metodo di fabbricare all’uso di Francia Rosolii, Vermouth e Vini di Frontignano, di Malaga, di Madera, di Alicante, di Cipro, del Reno, di Spagna ecc. e di un apposito piccolo Dizionario genovese - italiano di Gio. Casaccia e del Ragguaglio dei pesi e misure antichi col sistema decimale. Genova, Fratelli Pagano 1867.
Legatura mezza pelle marrone, dorso con nervi e dorature, cm 16 x 11,5, pp. XXXII, 260, litografia di Massoero all’antiporta, copia in ottimo stato.
Importantissimo ricettario, la cui prima edizione, pubblicata nel 1863, è da ritenersi il primo saggio completo della cucina del territorio genovese.
Nella sua prima edizione il volume raccoglieva 481 ricette, per diventare nella quarta (la nostra) 654; non tutte potevano essere definite correttamente e filologicamente genovesi.
L’intento dell’Autore, oltre ad elencare le ricette legate alle tradizioni della città e del suo hinterland, era mettere insieme una summa nella quale si poteva constatare come i genovesi avevano recepito quella tranche di cucina universale che in Italia (ma anche in tutta Europa) era ormai comunemente diffusa e indicata come internazionale.
Ratto si dichiara come autore solo dalla terza edizione in poi, mentre il figlio lo affianca a cominciare con la quarta.
L’Autore iscrive la propria “Cuciniera” in quel filone di ricettari che – dall’età apiciana e poi medievale/rinascimentale – non solo istruiscono circa l’esecuzione dei piatti, ma anche circa la selezione, la lavorazione e la “manutenzione” dei diversi alimenti, riservando adesso grande attenzione alla cucina e agli utensili. I progressi dell’agricoltura facevano giungere in città – metropoli “patrizia” e aperta – idonee quantità di ottimi prodotti: verdure, frutta, formaggi, pesce e carne. Ma l’opera di Ratto è tanto più importante anche per il fatto che a fine dell’Ottocento, gli chef di cucina non disponevano ancora di tutte quelle attrezzature oggi indispensabili all’igiene ed alla sicurezza degli alimenti. In questo senso è un pioniere.
Sui due autori, Gio Batta e Giovanni Ratto, padre e figlio, le cronache del tempo ci hanno lasciato poco. Possiamo, indirettamente, arguire che erano persone di una certa cultura e che godevano di una discreta agiatezza, essendo iscritti nelle liste elettorali cui si accedeva per censo. Gio Batta Ratto compare come autore della “Cuciniera” soltanto nella terza edizione: il figlio diventa coautore dalla quarta. Sappiamo che Gio Batta Ratto subentrò nel 1838 nella conduzione della Tipografia Gesignana e vi rimase sino al 1847. Giovanni, a sua volta, fu libraio ed editore specializzato nel settore musicale.
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