CERVIO

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Vincenzo – Il Trinciante, Ampliato, et ridotto a perfettione dal Cavalier reale Fusoritto da Narni, già Trinciante dell’Illustr.mo & Rev.mo Signor Cardinal Farnese. Con diverse aggiunte fatte dal Cavalier Reale, & dell’istesso in questa ultima Impressione, aggiuntovi nel fine un breve Dialogo detto il MASTRO DI CASA, per governo d’una Casa di qual si voglia Principe con li Offitiali necesssarii, utile & giovevole à ogni Cortigiano.
Roma, Gabbia, 1593.

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Descrizione

Legatura piena pergamena antica, cm 22,3 x 15,5, antico timbro a frontespizio, illeggibile; dedica manoscritta in grafia antica al colofon. Tre opere in una, pp. (Viii) 162, 4 xilografie a piena pagina: due raffiguranti gli utensili da intaglio, una che rappresenta una scena di pesca e una che presenta un tavolo apparecchiato; iniziali, testate e finalini decorati. Ottima copia, con ampi margini, della seconda edizione (assai rara) di questo manuale rinascimentale di grande successo sulla scultura di cibo per banchetti e cerimonie, che ha continuato a essere ristampato per tutto il XVI e il XVII secolo.
Vincenzo Cervio (1510 ca.-1580 ca.) trascorse gran parte della sua vita nella famiglia del cardinale Alessandro Farnese, incaricato di vari uffici tra cui quello del trinciante.
Pubblicato per la prima volta nel 1581 a Venezia, “Il trinciante” è un compendio della sua conoscenza dell’arte di tranciare tutti i tipi di cibo: pavone, airone, piccione, cinghiale, prosciutto, pesce vario, granchio, frutta e verdura.
Una figura importante “onorata da tutti i principi e signori”, il vero trinciante opera esclusivamente secondo il metodo italiano, tenendo il cibo alto su una forchetta e tagliandolo “nell’aria”. Le bellissime xilografie illustrano le varie forme e dimensioni degli strumenti necessari per il compito e delineano la suddivisione anatomica della carne di cervo che deve essere scientificamente seguita dal trinciante.
Questa opera fornisce interessanti descrizioni di occasioni conviviali, come banchetti nuziali e pranzi frequentati da principi, prelati e vari signori del tempo, progettati per suscitare nei loro partecipanti la “maraviglia” così cara al Rinascimento.
Oltre a menu lunghi e complessi tra cui “limoncelli” e “pizze di Genova”, Cervio descrive e talvolta visualizza con illustrazioni coreografie culinarie eccezionali come la creazione temporanea e la rapida scomparsa di un laghetto nel giardino dove i ricchi ospiti possono godersi la cattura di pesci e rane per il loro pranzo. L’autore descrive anche le statue fatte di marzapane e l’esposizione di piatti disposti su tavoli.
Questo manuale accattivante e vivido, molto più approfondito rispetto ai suoi predecessori, fornisce una vivace ricostruzione delle circostanze della vita reale che hanno ispirato argomenti comuni di pittura conviviale dell’epoca.
Brunet I, 1755 – BM STC It., P. 166 – Vicaire, p. 159. Not in Bitting (menziona solo l’edizione 1604), Simon o Oberlé.

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